L’olio extravergine d’oliva è un alimento ricco di proprietà benefiche e la sua produzione è una delle eccellenze della filiera agroalimentare italiana.

Per questi motivi è uno dei prodotti più contraffatti e fonte di guadagni elevati ai danni del consumatore. Alcuni metodi di contraffazione consistono nella miscelazione dell’olio buono con altri di minor qualità, oppure nella vendita di prodotti derivati da oli non commestibili, opportunamente modificati per renderli utilizzabili.

A questo scopo all’Istituto di bioscienze e biorisorse (Ibbr) del CNR di Perugia sono stati sviluppati marcatori basati sul Dna, in grado di discriminare numerose varietà di olivo e, quindi, anche di rilevare eventuali frodi.

In generale l’olio extravergine di oliva è il prodotto ottenuto dalla spremitura delle olive mediante processi esclusivamente meccanici e fisici, senza l’ausilio di solventi o prodotti chimici. 

Per poter essere classificato come extravergine, secondo le norme vigenti, deve rispondere a determinati parametri di qualità. Gli oli in commercio vengono quindi continuamente sottoposti ad analisi chimiche, per verificare la corrispondenza dei parametri dichiarati in etichetta, come pure all’esame di tracciabilità documentale sulla loro origine.